Otto speciali visite guidate, da marzo a giugno, per ammirare e scoprire il nuovo sipario creato dall’artista Mimmo Palladino, realizzato nei laboratori scenotecnici del Teatro Regio di Parma, progetto speciale del Reggio Parma Festival. Le visite avranno luogo martedì 15 marzo, mercoledì 27 aprile, sabato 21 maggio, mercoledì 15 giugno 2022, in un doppio turno, alle ore 10.30 e ore 11.30, e avranno una durata di 45 minuti.
Un’occasione preziosa per scoprire il fascino di un’opera d’arte contemporanea che si staglia, con i suoi colori brillanti e le sue geometrie, sul palcoscenico di uno dei teatri d’opera più prestigiosi al mondo, affiancando il sipario storico del 1829 dipinto da Giovan Battista Borghesi, in un dialogo ideale tra tradizione e contemporaneità.
Nato su commissione del Teatro Regio di Parma per l’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, il progetto ha visto la luce nel 2021, quando è stato inaugurato in occasione del XXI Festival Verdi con una cerimonia che ha aperto il Gala Verdiano nella giornata delle celebrazioni del 208° compleanno di Giuseppe Verdi.
Accomodati in platea, i visitatori potranno ammirarne le linee, le forme e i colori in tutti i dettagli. La visita li condurrà alla scoperta dell’artista e di tutte le fasi di realizzazione dell’opera, dalla committenza all’ideazione, seguendo il progressivo lavoro avvenuto nei laboratori scenotecnici del Teatro, dove il sipario ha preso vita sotto la guida dello scenografo Franco Venturi, con un focus sulle tecniche, i materiali utilizzati, i tempi di realizzazione: un dietro le quinte che sarà svelato in un filmato girato nei laboratori durante il periodo di realizzazione del sipario, per mostrare, passo dopo passo, come l’idea originaria ha preso vita sulla tela, in un costante dialogo e confronto tra gli scenografi e l’artista.
La visita si concluderà con un percorso esclusivo che porterà i visitatori ad ammirare il sipario dal sontuoso Parco Reale.
Biglietto € 7. Info e prenotazioni visitareilregio@teatroregioparma.it – tel. 0521203995
IL PROGETTO
A quasi 200 anni dalla sua costruzione, il Teatro Regio di Parma ha un nuovo sipario, creato da Mimmo Paladino e realizzato presso i Laboratori scenotecnici del Teatro Regio di Parma, progetto speciale del Reggio Parma Festival.
Il nuovo sipario del Teatro Regio di Parma è stato inaugurato il 10 ottobre 2021 nell’ambito del XXI Festival Verdi nel giorno delle celebrazioni del 208°compleanno di Giuseppe Verdi in una cerimonia che ha aperto il tradizionale Gala Verdiano. Il nuovo sipario andrà ad affiancare quello storico realizzato in forme neoclassiche da Giovan Battista Borghesi nel 1829.
Lo svelamento del sipario è stato affidato al progetto del visual artist Paolo Ferrari C999,che ispirandosi al lavoro di Mimmo Paladino, ha intessutoun racconto mettendo in connessione l’opera con i linguaggi dei nuovi media.
“Fin dalla nascita, nel 2001, l’Associazione Reggio Parma Festival si è posta l’obiettivo di produrre e diffondere arte e cultura in tempi complessi come i nostri, mettendo a disposizione delle Fondazioni Teatro Regio e Teatro Due di Parma e della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia risorse destinate sostenere progetti di assoluto rilievo quali il Festival Verdi, il Teatro Festival Parma e il Festival Aperto dichiara Luigi Ferrari Presidente Associazione Reggio Parma Festival. Si tratta, di iniziative accomunate dalla volontà di offrire al pubblico la possibilità di spaziare tra musica, teatro e danza nell’ambito di un calendario d’insieme che da tempo spicca all’interno dei programmi delle tre Fondazioni stesse e della vita culturale delle città che le ospitano. Un calendario che si distingue ed è riconosciuto a livello europeo per qualità artistica, varietà e ricchezza delle proposte. La realizzazione di un nuovo sipario per il Teatro Regio, curata da Mimmo Paladino come Progetto Speciale dell’Associazione RPF insieme al portale metallico che lo stesso artista campano ha progettato per il boccascena dell’Arena Shakespeare del Teatro Due, assume in questo percorso il valore di una tappa importante: segno tangibile della volontà comune di creare un connubio, in occasione di Parma 2020, tra eventi scenici e arti figurative del nostro tempo. L’idea è nata dal desiderio di offrire al pubblico, accanto alla natura di per sé effimera degli spettacoli dal vivo, anche un’opera destinata a durare nel tempo, capace di lasciare una traccia di sé nello sguardo e nella mente di chi, frequentando nei giorni, mesi e anni che verranno i nostri Teatri, e in questo caso particolare il Regio, potrà ammirare un sipario non destinato a sostituire quello storico ora in uso, ma ad alternarsi ad esso, in un continuo e suggestivo rimando tra voci del passato e realtà del presente. L’odierna inaugurazione, programmata in origine per l’anno 2020, è stata posposta a causa della pandemia, che ha travolto tutti noi e rallentato i lavori di realizzazione. Tuttavia, il fatto stesso di riuscire oggi a tagliare un traguardo a lungo agognato regala a quest’opera un significato nuovo: quello di un sipario che si apre su un futuro diverso, che non voglia e non possa più prescindere, tutti ci auguriamo, dall’arte e dalla cultura come elementi fondamentali alla vita e alla crescita delle nostre comunità”.
La musica di Giuseppe Verdi ha costituito l’ispirazione per la creazione dell’opera: “C’è forse, in questo sipario, una dedica sotterranea: siamo nella patria di Giuseppe Verdi e naturalmente la sua musica è stata la fonte ispiratrice, che mi ha fatto pensare a una sorta di sinfonia cromatica di frammenti figurativi. Si tratta di una dedica non esplicita, ma la musica di Verdi è stato il punto di partenza”, afferma l’artista Mimmo Paladino nella conversazione a cura diFederico Giannini, che sottolinea il significato del periodo trascorso sul processo di maturazione dell’opera e del messaggio che ne sta alla base: “Questa esplosione cromatica può essere un segnale di positività. Dopo una tragedia, dopo una situazione come quella che abbiamo vissuto, c’è sempre voglia di pensare a qualcosa che porti felicità che si fondi su una felicità di espressione, in questo caso di cromatismo. E forse dunque questa esplosione di colori brillanti è anche il risultato di questo momento storico. Un significato per certi versi inconscio, ma che emerge prepotentemente come la voglia di tornare a frequentare il teatro”. Fondamentale l’opera dei Laboratori scenotecnici del teatro, guidati da Franco Venturi: “Per realizzare questo sipario – prosegue Mimmo Paladino – ho potuto contare sulla preziosa collaborazione degli scenografi del Teatro Regio che, in qualche modo sono stati le mie braccia e le mie mani e spesso, forti della loro esperienza, mi hanno consigliato e aiutato a trovare soluzioni a problemi con i quali ho dovuto misurarmi”.
“Una soglia da attraversare. Un velo da sollevare. Una cortina da superare per andare oltre, più avanti, più in profonditàA quasi 200 anni dalla sua costruzione, il Teatro Regio di Parma si arricchisce di un nuovo sipario, dichiara Anna Maria Meo – Direttore generale del Teatro Regio di Parma – che aggiunge un segno prestigioso al suo primo bicentenario, accostando alle pennellate neoclassiche del sontuoso sipario storico di Giovan Battista Borghesi, le geometrie e le cromie brillanti di Mimmo Paladino. Storia e Tradizione. Contemporaneità e Futuro. Per rinnovare il memoriale di un rito che ci riporta alle radici del teatro e della musica e che continua a interrogarci e a farci crescere come comunità. Un nuovo sipario nato e realizzato in questo terzo millennio nei laboratori scenotecnici del Teatro Regio di Parma, dove l’idea di Mimmo Paladino si è distesa sulla tela preparata per accogliere i disegni, le sagome, i riquadri che in un percorso serrato di poche fasi lunari hanno preso forma e colore, attraverso la maestria di Franco Venturi e delle sue collaboratrici che hanno affiancato l’artista nel percorso di riflessione e creazione di un manufatto monumentale e complesso. Un nuovo presente a segnare l’inizio di un nuovo futuro. Oggi. Ora”.
Il progetto si colloca tra le sfide che hanno reso Parma Capitale Italiana della Cultura, sede di un Teatro che senza rinunciare alla sua identità si è fatto promotore di sperimentazione e ricerca: “un sipario che non sostituisce quello del Borghesi, ma gli si affianca, a segnare una soglia nuova e diversa tra ciò che la scena nasconde e il pubblico, a marcare un accesso e un passaggio di cui il Teatro, con lungimiranza e passione, sente di doversi far carico, in un periodo storico che pone a chi lavora in questi ambiti la grande – e a tratti spaventevole – interrogazione sul futuro del pubblico” afferma Michele Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Parma.