Hartmut Haenchen, che ha debuttato a Santa Cecilia nel 1990, ha diretto le maggiori orchestre del mondo come i Berliner Philharmoniker, Gewandhausochester di Lipsia, Staatskapelle Dresden e il Concertgebouw di Amsterdam. È stato direttore musicale della NetherlandsPhilharmonic Orchestra e dellaNetherlands Opera e nel 2016 ha debuttato al festival di Bayreuth dirigendo il Parsifal. Debutta invece a Santa Cecilia il giovane Filippo Gorini, tra i più interessanti talenti della sua generazione. Nel 2015 si è aggiudicato il Concorso “Telekom-Beethoven” di Bonn e nel 2020 il prestigioso riconoscimento internazionale “Borletti Buitoni Trust Award”. Da allora ha suonato, tra le altre, alla Elbphilharmonie di Amburgo, all’Herkulessaal di Monaco, alla Tonhalle di Zurigo, al Konzerthaus di Berlino e al Beethovenfest di Bonn. Prezzi da €19 a €52
Il 28 dicembre 1782, pochi mesi dopo il suo arrivo a Vienna, Mozart scrive una lettera al padre descrivendo le sue composizioni di quel periodo, riferendosi in particolare ai tre Concerti per pianoforte e orchestra K. 413, 414, 415, come a “[…] una via di mezzo tra il troppo facile e il troppo difficile; sono molto brillanti, piacevoli all’ascolto e naturali senza cadere nella vacuità. In alcuni punti solo gli intenditori possono ricavarne diletto, ma faccio in modo che anche i non intenditori restino contenti, pur senza sapere il perché”. Il Concerto per pianoforte n. 12 K 414, eseguito per la prima volta nell’autunno del 1782, si articola nei canonici tre movimenti. Ad un Allegro dall’atmosfera tenera e malinconica segue un Andante in cui Mozart rende omaggio a Johann Christian Bach, citando il tema di una sua sinfonia. Chiude il concerto un Rondò in cui si alternano episodi ora brillanti e ora più raccolti, fino alla cadenza conclusiva affidata al pianoforte. Nella seconda parte del concerto, Haenchen dirigerà la Sinfonia n. 9 di Anton Bruckner, testamento sinfonico del compositore austriaco e dedicata “Ad maiorem Dei gloria”, confermando l’intimo legame che sussiste tra il sinfonismo del compositore austriaco e la fede cattolica. Bruckner iniziò il lavoro alla sinfonia nel 1887 e terminò l’Adagio il 30 novembre 1894 tuttavia, ormai alla fine delle sue forze, lasciò incompiuto il quarto e ultimo movimento. La Nona è un’intensa meditazione sulla vita e una rappresentazione simbolica dei suoi momenti assoluti; nel primo tempo si svolgono le lotte della vita, i contrasti, gli amori; il secondo è un grottesco ritratto della folla nel mondo, mentre nell’Adagio lo spirito dell’artista guarda nel suo intimo e si congeda dal mondo, apprestandosi a parlare con Dio. Quasi all’inizio di questo Adagio, infatti, quando i corni enunciano un solenne corale, Bruckner annotò in partitura “Congedo dalla vita”: è la meditazione sulla fine e il senso più intimo di questa musica.