Un annuncio che scuote il mondo della lirica e accende i riflettori su Milano con quasi due anni di anticipo. Il Teatro alla Scala ha scelto la sua primadonna per l’inaugurazione della stagione 2025/2026: sarà il soprano statunitense Sara Jakubiak a vestire i panni tormentati di Katerina Izmailova, protagonista di *Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk* di Dmitrij Šostakovič. La notizia, appena ufficializzata dall’agenzia Skill&Music che curerà la comunicazione dell’artista, definisce i contorni di una serata di Sant’Ambrogio che si preannuncia memorabile e coraggiosa.
La scelta del titolo è di per sé un segnale forte. Lontano dai rassicuranti fasti del melodramma ottocentesco, il capolavoro di Šostakovič è un pugno nello stomaco, un’opera di una potenza espressionista e di una modernità sconvolgente. Cruda, violenta e attraversata da una tensione erotica e sociale senza filtri, *Lady Macbeth* è l’opera che costò al suo autore la condanna del regime stalinista, culminata nel celebre editoriale della Pravda “Caos invece di musica”. Portare questo titolo ad inaugurare la stagione più importante del mondo non è solo un atto di programmazione, ma una dichiarazione di poetica: il teatro musicale come specchio delle pulsioni più profonde e oscure dell’animo umano.
In questo scenario incandescente, la scelta di Sara Jakubiak appare semplicemente perfetta. Il soprano, acclamatissimo sui palcoscenici internazionali, è un’interprete d’elezione per il repertorio del Novecento, slavo e tardo-romantico tedesco. Artista di intelligenza sopraffina, dotata di uno strumento vocale potente, duttile e capace di piegarsi alle più impervie esigenze drammatiche, ha già dato prove magistrali in ruoli complessi come le eroine di Strauss (da Chrysothemis a una leggendaria Danae) e di Janáček (Jenůfa, Káťa Kabanová). La sua familiarità con le atmosfere slave, unita a una presenza scenica magnetica, la rende la candidata ideale per incarnare la discesa agli inferi di Katerina.
Quello di Katerina Izmailova è, infatti, uno dei ruoli più sfaccettati e vocalmente massacranti dell’intero repertorio. Vittima di una società patriarcale e opprimente e al contempo carnefice spietata, mossa da una passione divorante che la conduce all’omicidio, richiede un’interprete di caratura eccezionale, in grado di dominare una scrittura vocale che spazia dal lirismo più struggente all’urlo più disperato.
L’attesa per questo Sant’Ambrogio 2025 si preannuncia già febbrile. Con la scelta di un’opera così potente e di una protagonista così carismatica e vocalmente centrata, il Teatro alla Scala scommette su un’inaugurazione dirompente, destinata a far discutere e a lasciare un segno profondo nella storia recente del teatro. L’appuntamento con la Lady Macbeth di Sara Jakubiak è già cerchiato in rosso sui calendari di tutti gli appassionati.