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Canti del destino: fine settimana al Teatro Filarmonico di Verona con i capolavori romantici di Brahms e Schumann

Nel terzo concerto della Stagione Sinfonica 2022, il maestro Vittorio

Bresciani e i complessi artistici areniani eseguono l’ultima e più

sperimentale sinfonia di Schumann, la Quarta, e due brani monumentali del

suo ideale successore Brahms: la tempestosa Ouverture tragica e l’intenso

Canto del Destino.

Vittorio Bresciani è già salito più volte sul palcoscenico del Teatro

Filarmonico, impegnato sia alla tastiera del pianoforte sia sul podio per

l’integrale di Franz Liszt e, più recentemente, proprio alla guida di un

programma dedicato ad altri compositori ungheresi. Per la Stagione Sinfonica

2022 sceglie un programma romantico che unisce due artisti le cui vite si

sono indissolubilmente intrecciate a metà del XIX secolo: nel 1853 infatti

il già affermato compositore e direttore Robert Schumann lanciò la carriera

del ventenne e allora sconosciuto Johannes Brahms, virtuoso del pianoforte e

presto autore massimo del sinfonismo tardo-romantico.

Precedette di poco quello storico incontro la versione definitiva della

Quarta sinfonia in re minore che Schumann (1810-1856) concepì oltre un

decennio prima come fantasia sinfonica: un esperimento abbastanza ardito

volto a valicare i limiti della forma-sonata, collegando i quattro movimenti

canonici senza soluzione di continuità e con un ritorno ciclico, nel corso

dell’opera, dei temi presentati nel primo tempo. Nella sua forma originaria,

questa sinfonia, diversa da come la conosciamo oggi, sarebbe stata la

seconda del suo autore e fu presentata a Lipsia, con scarso successo, nel

1841 (in questa edizione, ritirata dall’autore ma ancora reperibile, alcuni

studiosi ed interpreti periodicamente la riprendono). La revisione, cui

Schumann sottopose la sinfonia fino alla nuova esecuzione del marzo 1853 a

Düsseldorf, la rese più ricca nell’orchestrazione e più tradizionale nella

struttura, preservando però il collegamento tra gli ultimi due movimenti,

seguendo l’esempio dell’epica Quinta beethoveniana. Se Beethoveniano è

l’aspetto marcatamente ritmico del materiale tematico, è inconfondibilmente

di Schumann il carattere romantico e inquieto delle melodie, che originano i

temi dell’intera composizione alternando un solenne e mesto re minore al

trionfale e festoso Re maggiore.

Re minore è anche la tonalità d’impianto della pagina brahmsiana che apre

il concerto: l’Ouverture tragica fu scritta da Johannes Brahms (1833-1897)

ormai maturo ma non prolifico autore nel 1880 insieme alla “gemella” più

gioiosa ed esteriore, l’Accademica, ed è più di ogni altra sua composizione

sinfonica risente di influenze extra-musicali. Nonostante i riferimenti mai

accertati a rappresentazioni del Faust di Goethe o alla vicenda di Amleto,

non la si può considerare musica a programma. In poco meno di un intenso

quarto d’ora, l’orchestra affronta tortuose peripezie che riportano al teso

clima iniziale con un motto indimenticabile di sole due note.

Extra musicale è dichiaratamente la fonte per il Canto del destino, uno dei

brevi ma significativi pannelli che Brahms dedicò al dialogo di coro e

orchestra nella sua fase di avvicinamento alla forma sinfonica, circa dieci

anni prima della Tragica. Alcune strofe contenute nell’Iperione di Friedrich

Hőlderlin furono la base per una riflessione tormentata sul destino

dell’uomo e sull’amore (o l’indifferenza) delle entità divine e superiori.

Come sottolinea l’orchestra nel suo cammino armonico, il luminoso Mi bemolle

maggiore iniziale volge al corrispondente do minore nel momento in cui il

canto descrive la miserevole condizione dell’uomo. Tuttavia, un postludio

orchestrale fornisce una risposta consolatoria (frutto di lunga gestazione e

forti dubbi nell’autore) grazie all’aprirsi tra le nubi della luce del Do

maggiore conclusivo: un momento di profondo e personalissimo commento, quasi

intimo per le ampiezze degli organici coinvolti, in cui ciò che per Brahms

forse mancava alla resa del testo poetico è ampiamente compensato dalla

sincera ispirazione dell’autore.

Il 3° concerto sinfonico debutta venerdì 11 marzo alle 20.00 (turno A), con

una durata di settantacinque minuti circa con intervallo, e replica anche

sabato 12 marzo alle 17.00 (turno B).

Novità di biglietteria: sono disponibili nuovi mini-abbonamenti per la

Stagione Lirica e la Stagione Sinfonica 2022, per offrire agli spettatori

una scelta ancora più ampia e flessibile con opzioni di 3 o 5 titoli tra i

programmi preferiti nell’offerta artistica della Fondazione Arena di Verona

al Teatro Filarmonico.

Sono tornate per la Stagione Artistica 2022 le iniziative di Arena Young,

rivolte a studenti e personale di scuole, università, accademie. Per ogni

appuntamento è confermato il Ritorno a teatro: un percorso di avvicinamento

all’opera e alla musica sinfonica proposto dalla Fondazione Arena di Verona.

Il mondo della Scuola potrà assistere alle rappresentazioni in cartellone

per la Stagione Artistica 2022 al Teatro Filarmonico, con l’opportunità di

partecipare ad un Preludio un’ora prima dello spettacolo: un momento di

approccio al linguaggio musicale, che avrà luogo nella prestigiosa Sala

Maffeiana. Per il 3° concerto sinfonico è possibile partecipare al Preludio

venerdì 11 marzo alle 19.

Martina Moretti

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